È stata rilasciata nel mese di agosto la terza e ultima stagione della serie Netflix Locke & Key, tratta dall’omonima graphic novel del figlio di Stephen King, ma io, da tradizione, ho deciso di cominciarla in autunno. In questo modo, insieme alla serie su Jeffrey Dhamer e a Midnight Club di Mike Falanagan, vado a definire anche quest’anno la mia personale Aspettando halloween.
Dalla sua prima stagione Locke & Key non ha mai rappresentato un fenomeno alla pari di uno Stranger Things o del sopracitato Dhamer, ma numeri a parte penso abbia fatto il suo lavoro nel trasporre un’avventura per ragazzi con il giusto grado e tenore dark e fantasy in grado di compiacere anche un pubblico più adulto.
La pandemia non ha scalfito del tutto la buona riuscita della serie, che nonostante il minor numero di episodi per l’ultima stagione (8 contro i 10 delle stagioni precedenti) è riuscita a tenere il filo soprattutto visivo dell’immaginario suggerito e degli eventi svolti fino a quel momento. Mi ha colpito nello specifico il reimpiego narrativamente giustificato di attori e quindi di personaggi che non era obbligatorio che comparissero per questa rush finale, ma che è stato un piacere ritrovare. Viceversa ho capito poco la necessità di dare un ruolo così importante a un personaggio comparso per soli tre episodi e solo in questa terza stagione come Gordie Shaw. Un mistero analogo rimane la sprecata funzione conferita a un personaggio come Josh Bennet, quando Frederick Gideon (un Kevin Duran che non vedevo dai tempi di Lost e sul cui personaggio nella serie cult, il mercenario Keamy, ho ancora gli incubi) è l’antenato sul quale per tutta la stagione precedente aveva indagato. L’interesse dell’insegnante di storia per le origini di Matheson e del famigerato portale tra i due mondi sembra del tutto sparito. Potrei sbagliarmi, ma sarebbe stato un ottimo villain principale al posto del capitano.

I tempi dell’ultima stagione di Locke & Key sono forse troppo distesi per solo otto episodi, costringendo il finale a correre un po’. Il risultato è comunque notevole dal punto di vista spettacolare, l’investimento sulla serie c’è e si vede tutto, dal set e dalle atmosfere della casa che hanno incantato già dalla stagione fino allo scatenato inseguimento finale.
L’epilogo di Locke & Key è conciliante, non lascia nulla in sospeso se non un flebile sussurro che può lasciare presagire che non sia finita qui, ma in fondo, per il bene della serie e di chi l’ha amata, è bene che lo sia.
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