Non so che viso avesse, neppure come si chiamava,
con che voce parlasse, con quale voce poi cantava,
quanti anni avesse visto allora, di che colore i suoi capelli,
ma nella fantasia ho l’immagine sua:
gli eroi son tutti giovani e belli,
Francesco Guccini, La locomotiva, 1972
All’apice della sua carriera Buster Keaton torna bambino. Unisce due generi narrativi a una sua grande passione, che è poi quella di tutti i bambini, dando vita a un dispendioso e spettacolare lungometraggio che per l’attore regista, e per tutte le numerose persone coinvolte, diventa una corsa sui binari all’insegna dell’avventura.
THE GENERAL potrebbe sintetizzassi in un Buster likes trains, ma non sarebbe sufficiente a descrivere le sue molteplici peculiarità.
Prima tra tutte, le suggestioni di Keaton stesso: i racconti diretti dell’ultima guardia di una generazione al tramonto, i protagonisti della guerra di successione poco più grandi di suo padre, ma anche la passione che l’autore aveva già ampiamente dimostrato negli ultimi anni per il confronto con entità gigantesche, che fossero battelli, uragani o intere case.
Quella di Keaton è un’epopea comica, di fatto un paradosso di genere dal momento in cui uno dei maggiori intenti della commedia è sempre stato quello di schernire i grandi eventi che l’epopea ha sempre cercato invece di esaltare e miticizzare. Un connubio quindi impossibile, se non fosse che a dimostrarne la fattabilità fu solo un anno prima Charlie Chaplin con uno dei titoli più significativi della sua cinematografia.
Il cinema muto ha prodotto due epopee comiche: La febbre dell’oro di Chaplin nel 1925 e THE GENERAL di Keaton nel 1926. A sorprendere non è che siano state così poche, ma il fatto stesso che siano esistite
Alfred Knopf, New York, 1975

Buster Keaton volle un film “così vero da fare male”, laddove con vero intendeva l’impatto visivo che ogni fotogramma doveva avere sul pubblico, un effetto che senza dubbio ho visto io stesso sugli spettatori di ieri sera oltre che provato in prima persona.
Per raggiungere il suo scopo Keaton fece di uno sconosciuto paese dell’Oregon, Cottage Grove, una sorta di “filiale di Holywood” (C. Cenciarelli), furono aperti cantieri e botteghe che coinvolsero più di 2000 persone, tutte col permesso di sostare sul set a due sole condizioni: restare dietro la cinepresa e non creare ombre sulla scena. Oltre a binari fu costruito ad hoc anche un ponte utilizzando legname del posto, al solo scopo di farlo saltare. La scena fu ripresa da sei punti camera e costò l’esorbitante cifra di 42.000 dollari dell’epoca.
Farà pur male, ma THE GENERAL fa anche tanto ridere ed emozionare. Assistere al nostro eroe a bordo di una locomotiva per novanta minuti di film, freezarci a ogni imminente pericolo e poi esplodere in una fragorosa e incredula risata nel momento in cui, senza nemmeno accorgersene, Keaton ha fatto di un pericolo un elemento a suo favore e della banalità una nuova occasione per far spettacolo.
L’esperienza è stata poi arricchita dalla musica dell’orchestra del Teatro comunale diretta dall’altrettanto familiare Timothy Brock. Alle prese con il riadattamento di una propria composizione del 2005, allora scritta per un’orchestra di circa ottanta musicisti, Brock vede nei limiti dettati dall’emergenza sanitaria l’occasione di dar nuova vita al suo spartito e lo fa accompagnato da uno strumento fuori serie e d’epoca, fatto costruire appositamente per il concerto di ieri sera. Parliamo del ‘Railroad Imitation’ ideato da Ludwig&Ludwig nel 1914 e oggi irreperibile sul mercato, un oggetto che riproduce letteralmente il suono delle rotaie qui sotto ritratto dal fotografo ufficiale del festival Lorenzo Burlando.

Il pubblico del Ritrovato accompagna ed è accompagnato dal cosiddetto Progetto Keaton da ormai cinque anni. Dal 2015, infatti, Cineteca di Bologna in collaborazione con Coehn Film Collection hanno inaugurato il progetto pluriennale di raccolta e restauro della filmografia di Buster Keaton, mostrando di anno in anno i frutti del lavoro dei laboratori dell’Immagine ritrovata proprio sotto le stelle del cinema più bello del mondo, il grande schermo in Piazza Maggiore.
Il restauro in 4K di THE GENERAL è stato possibile grazie a Cohen Film Collection e Library of Congress/Packard Campus for Audio Visual Conservation e all’utilizzo di un controtipo positivo 35mm creato a partire dal negativo originale nitrato conservato da Library of Congress. Le lavorazioni sono state eseguite presso Modern Videofilm.

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